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Cultura
Enigma Caravaggio, spunta una nuova ipotesi
di Antonio Cangiano
Nuovi e interessanti indizi sulla morte di Caravaggio sono stati raccolti di recente dalla ricercatrice storica Antonella Orefice, già direttrice del nuovomonitorenapoletano.it.

Esaminando i registri dei Bianchi della Giustizia, la Congregazione che si dedicava all'assistenza dei condannati a morte, conservati nell’ Archivio Storico Diocesano di Napoli, Orefice ha individuato un documento inedito che getta una nuova ipotesi sulla morte di Michelengelo Merisi da Caravaggio, uomo di fama mondiale, la cui morte è stata definita uno dei grandi gialli della storia dell’arte.

Enigma Caravaggio
Da quanto ci raccontano le cronache, a Roma la sera del 28 maggio nell'anno 1606, in Campo Marzio, durante una partita al gioco della pallacorda conclusa in rissa, il Caravaggio uccise Ranuccio Tomassoni.

Condannato a morte, fu costretto a scappare, iniziando così una fuga affannosa dalla giustizia che durò diversi anni.

Alterne vicende lo condussero prima a Napoli, poi a Malta, Siracusa, Messina e Palermo, per poi fare nuovamente ritorno a Napoli, dove realizzò sicuramente il celebre Davide con la testa di Golia, un macabro autoritratto del Caravaggio nella figura del Golia con la testa mozzata, sorte questa dalla quale l’artista tentava da anni di fuggire.

Nel luglio dell'anno 1610, quando per intercessione della potente famiglia Colonna, sembrava che la richiesta di grazia stesse per essere accolta, Caravaggio prese nuovamente il mare a bordo di una feluca, che da Napoli era diretta a Porto Ercole, ma giunto a Palo di Ladispoli, a seguito di un fermo per accertamenti, venne arrestato.

Da questo momento la ricostruzione biografica si muove sul piano delle ipotesi.

C'è chi sostiene che l'arresto del Caravaggio venne preorganizzato e la mitica feluca, che trasportava anche i suoi ultimi dipinti andati dispersi, non raggiunse mai Porto Ercole, bensì da Palo fece ritorno a Napoli, atteso dalla marchesa Costanza Colonna.

Secondo altri, la morte avvenne sulla riva di Palo Ladispoli: il pittore fu assassinato dagli emissari dei cavalieri di Malta con il tacito assenso della Curia Romana.

Un’ulteriore ipotesi lo vuole morente a Porto Ercole dove, provato e malato di febbre alta, probabilmente a causa di una infezione intestinale, morì nel sanatorio di una confraternita locale.

Le ipotesi
Certo è che dal 1610 si perdono le tracce, e tutto quanto si è cercato di documentare dopo si è dimostrato essere falso, o comunque pregno di incongruenze: alterati atti di morte, il condono papale che non è mai stato trovato, i suoi resti contesi e mai effettivamente rinvenuti, nonostante i forzati tentativi di ricostruire un DNA estratto da alcune ossa coperte di piombo e mercurio trovate in una fossa comune a Porto Ercole, un DNA comparato poi con presunti discendenti indiretti del pittore che non aveva avuto prole.

Insomma - sostiene Orefice - una serie di congetture che alla fine hanno prodotto solo fiumi di parole, attrazioni turistiche arbitrarie e nessuna conferma storica.

Il documento
A questo punto cadrebbe nell’incertezza anche la data di morte. Se così fosse, tra le varie ipotesi, non è nemmeno da escludersi che Caravaggio, sapendo di non aver ricevuto il condono papale, sia tornato a Napoli e vi sia rimasto nascosto ancora qualche altro anno, fino a quando, per un qualche tacito accordo tra gli spagnoli e Roma, o, a seguito di un ulteriore reato, non sia stato mandato a morte sotto falso nome.

Quest’ultima supposizione potrebbe avere una sua ragione di essere da un documento ‘sospetto’ rinvenuto nei registri redatti dai confratelli dei Bianchi della Giustizia, che in data 27 gennaio 1614, annotavano l’esecuzione di un certo ‘Francesco Infernuso’ pittore.

Per gentile concessione del nuovomonitorenapoletano.it riportiamo la trascrizione integrale del documento rinvenuto nell' Archivio Storico Diocesano di Napoli, Fondo Bianchi della Giustizia, Anno 1614. Registro 55, Foglio 36 v.

"A 27 di Gennaio 1614.
Francesco Infernuso Napolitano pittore e scultore d’età d’anni trenta sette in circa fu giustiziato al mercato, Lascia sua moglie nomine Giuditta Maio d’anni 23 in circa, lascia due sorelle la prima chamata Andriana Infernuso d’anni 25 maritata con Aniello Marra Napolitano pattamanaro d’oro, la seconda chiamata Lucretia Infernuso d’anni 29 maritata con Simone de Forte Napolitano fabbricatore, nella detta Gustizia intervennero gli prescritti fratelli… "


Caravaggio “Infernuso”
Già il cognome, considerata la fama ‘infernale’ di Caravaggio, lascerebbe perplessi, se a questo poi si aggiunge l’inesistenza di un pittore di tal nome tra gli artisti minori del tempo la notizia invita ad una maggiore riflessione.
22/7/2016
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