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Calcio
La prova del coraggio
di Mimmo Carratelli (da: il Mattino del 27.8.2016)
Siamo già in corte d’appello dopo la mezza condanna di Pescara. Il Napoli alla sbarra, troppo presto.

Arriva il Milan per quest’anticipo del sabato. Diamoci da fare. Il calendario propone un inizio incoraggiante, vietato perdere punti per strada.

Identificato l’imperdonabile errore del primo tempo contro la squadra di Oddo. Approccio sbagliato, pigrizia.

Fosse solo questo (contro una neopromossa!). Crediamo ci sia dell’altro. C’è il vizietto del Napoli già riscontrato in passato.

Il vizietto cioè di non sapere gestire le gare contro avversari aggressivi e che giocano in velocità, rubando il pallino del match, non sapere “raffreddare” l’iniziativa altrui, non avere la statura della formazione superiore che sa come opporsi alla buriana senza subire danni.

Ci sono anche i finti alibi del caldo, dell’inizio del campionato sempre ricco di sorprese, dell’entusiasmo eccessivo dell’avversario. Balle.

Il fatto è che alla pigrizia degli azzurri per 45 minuti si sono aggiunti gli errori individuali in difesa e una squadra che si è mal disposta in campo proteggendo poco gli ultimi venti metri, sofferente nella zona centrale per il tourbillon dei pescaresi e in difficoltà sulle corsie esterne (fragile copertura, specie sul lato di Ghoulam troppo offensivo).

Un dato positivo, che il Napoli sfodera sempre, è stata la reazione nella ripresa, avviata dagli “strappi” di Mertens, arricchita da una migliore disposizione di squadra, più iniziativa e comando del gioco, e condita dal calo inevitabile del Pescara che s’era tutto spremuto nel primo tempo.

Imparata la lezione, con gli opportuni accorgimenti di formazione, gerarchie comprese che hanno tradito Sarri a Pescara, cerchiamo di non dare campo al Milan, di non esaltarne la fortunata partenza contro il Torino, di tenerlo in scacco dal fischio di inizio.

Montella ha dato alla squadra rossonera una idea di gioco attraverso il possesso-palla, un palleggio prudente prima di tendere l’arco sugli esterni con le discese di Abate e i ghirigori di Suso a destra, le gambe delle sette leghe di Niang a sinistra.

In mezzo, Bacca ha avuto in regalo dal Torino splendidi “buchi” in area per andare a segno.

Dunque, il problema sarebbe un saldo controllo delle fasce laterali perché, poi, in area, Albiol e Koulibaly, se non saranno presi da altra pigrizia, hanno i numeri per fermare Bacca, tabacco e Venere.

In mezzo al campo, il rientro di Jorginho dopo la squalifica ridarà alla squadra maggiore ordine e compattezza, anche una maggiore presenza, non escludendo l’utile gioco di contenimento del ragazzo italo-brasiliano.

Il centrocampo del Milan ha uomini di lotta (Kucka) e di governo (Montolivo, ma soprattutto Bonaventura).

Il Napoli ha bisogno di molta energia in zona per ridurre la manovra milanista che non si annuncia molto dinamica, però ha qualità.

Zielinski sembra pronto. La difesa rossonera è superabile, ma bisognerà pur battere il giovanissimo Donnarumma che ha grandi qualità, a volte una eccessiva e ingannevole padronanza dei suoi mezzi che lo fa inciampare in qualche leggerezza.

Tanto per complicarci la vita, la partita non è tutto. Ci sono ancora quattro giorni di calciomercato per risolvere il “caso” Gabbiadini, concludere l’estenuante caccia a Maksimovic, prendere un centravanti (Kalinic?) col giovane Milik meno irrequieto e demotivato in panchina.

C’è l’Europa e ci sarà gloria per tutti.

I tifosi sono scontenti e per questa “prima” al San Paolo si annunciano spalti semivuoti. La squadra ha capito qual è il suo compito. L’ha detto chiaramente Hamsik.

Col gioco e i risultati il Napoli può e deve riconquistare l’affetto e il sostegno dei tifosi. E, allora, appello o non appello, serve una franca vittoria sul Milan.

Il campionato non è granché cambiato anche se squillano nuove trombe interiste per Batigol e Joao Mario dopo il clamoroso tonfo con De Boer nel disastroso debutto veronese.

La Juventus, salvo accidenti, farà il suo monologo di vertice.

Si gioca per il secondo posto e il Napoli, senza Higuain e altri grilli per la testa, può battersi per un nuovo traguardo-Champions.

Avrà difficoltà, ma non si prevedono collassi tipo Roma. Vedremo in seguito quanto vale la Lazio di Simone Inzaghi e Immobile.

Vedremo quanto saliranno la gloria e l’ambizione del Sassuolo.

Il Napoli, pur privo di un centravanti da 36 gol, potrà trovare la forza per confermarsi squadra d’alta classifica con la sicurezza del suo gioco, con gli schemi collaudati di Sarri, con la voglia di stupire senza il Pipita, al netto di pigrizie e cedimenti inconsulti.

Ci sarà la Champions a rendere la stagione più pesante e impegnativa.

Non condividiamo l’ottimismo di molti osservatori sul sorteggio che ha delineato il girone del Napoli.

Le trasferte a Kiev, Istanbul, Lisbona saranno durissime e il bottino pieno al San Paolo non è garantito.

Sarà un girone alla morte, deciso dai passi falsi.

Gli intrecci con le partite di campionato avranno il loro peso. Per esempio, Besiktas-Napoli si gioca dopo la trasferta degli azzurri a Torino contro la Juventus.

Coraggio, guardiamo.

Così suggeriscono un verso di Vicenzo Cardarelli e il titolo di un famoso libro di Giuseppe Marotta.
27/8/2016
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