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Cultura
Axel Munthe torna a Villa San Michele
di Anna Maria Siena Chianese
È stata quasi una sfida al genius loci la teatralizzazione delle lettere di Axel Munthe, da Capri, da Napoli, dal fronte della Grande Guerra, che ha riportato il medico svedese, passato dalla storia al mito, nella sua agreste Anacapri di cent'anni fa.

Eccolo nella baldanza della giovinezza, eccolo nella maturità incantarsi ancora all'armonia che, errante per vigneti e pini, si effonde sulla lastra azzurra del mare.

Eccolo improvvisare, con la sagace e procace custode-cameriera della Villa, un duetto a base di cicerchie, e rivivere la dorata stagione del sogno finalmente realizzato, nella quale irrompono le lettere da una città dolente, martire di epidemie, terremoti, sopraffazioni pubbliche e private: Napoli che, attraverso la sua testimonianza, mostra la faccia migliore, e nascosta, di sé: la misericordiosa carità che le consente di riconoscersi nello splendore del suo paesaggio come nelle ombre e nel buio della sua storia millenaria.

Le lettere dal fronte, in “Red Cross - Iron Cross”, pongono Munthe tra quanti scrissero dalle trincee dell'una e dell'altra parte del fronte, testimoniando al mondo di un inutile strage voluta da una dissennata politica internazionale: da Musil a Montale, da Hemingway a Remarque, a Ungaretti...

Nello spettacolo i temi confluiscono l'uno nell'altro in una sapiente mescolanza dei generi espressa con raffinatezza e perfetta armonia tra musica parole e gesti.

Il merito va a tutta l'equipe: da Mario Staiano (regista e interprete) a Natalina Terminiello, da Marco Multari alla bella e brava Edwige Staiano e al professore Gennaro Rispoli, il cui intervento è stato il conclusivo tocco di classe di uno spettacolo perfettamente dosato ed equilibrato.

L'associazione Culturale Kaire Arte Capri (citiamo per tutti Annarita, Alessandra e Giovanni), sotto la cui egida si è realizzato l'evento, prende il nome dal saluto di Augusto all'antico popolo dell'isola nell'isola: la rustica Anacapri greca del tempo dove il dolce otium della contemplazione e della crescita interiore si alternava al durissimo nec-otium del lavoro e dell'impegno civile e sociale che, contribuendo a una natura smagliante e a un paesaggio ineguagliabile, ha avvinto quanti hanno avuto la sensibilità di contagiarsi al suo fascino rendendoli residenti d'amore.

27/8/2016
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