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Cultura
EllE di Andrea Bove
di Marco Polito
Giovedì 14 settembre 2017 - dalle ore 12:00 alle 18:00 - si inaugura la mostra fotografica EllE di Andrea Bove.
L’esposizione, allestita nella ‘sala delle mura greche’ della BRAU e visitabile fino al 13 ottobre 2017, percorre in maniera stocastica il lavoro che Andrea Bove sintetizza così: “In pratica cerco di realizzare sempre la stessa fotografia, senza nulla a pretendere e dal nulla divorato”.

Il titolo stesso è cripticamente spiegato così dall’autore: “È la sintesi che coincide con quel ‘Guarda Là’ a me caro”.

Scrive Antonello Scotti, propositore del progetto per Spazio NEA: “Inizierei a parlare della non opera di Andrea, con una sua frase che a me sembra nodale di tutto il suo percorso: ‘Ho sempre pensato ad un’unica immagine: chi è Attila?’.
Il suo non operare verso alcuna opera conchiusa, stabile, ordinaria, ma non per questo versata all’opera aperta.
L’esplorato, del suo non per forza agire, non per forza presenziare all’atto estetico, come oggetto da mostrare, è un elemento primario dove le parole-immagini-suoni-silenzi-incontri-applicazioni-apparecchi di registrazione-voci-strumenti musicali-libri-video-jam session di umanità… convogliano tutti in una parabola semantica versata al non compiacersi di alcun segno-segnale.
Puntando direttamente così ad una resa dei conti s-definendo qualsivoglia concetto-oggetto, visivo-sonoro-verbale, de-costruendo una possibile grammatica di interpretazione, di traduzione del mondo in una sequenza organica, tassonomica, degli avvenimenti che caratterizzano il mondo ed una possibile storia dell’uomo all’interno di esso.
La passeggiata che intenta, ogni qual volta che la macchina fotografica o la sua chitarra, o quantomeno un pennello vengono investiti di responsabilità traduttiva di un tormento linguistico, è rivolta verso un buco nero conoscitivo: inintelligibile.
Il topos in cui interviene è un modo discontinuo, dove viene interrotto qualsiasi tipo di equilibrio narrativo, suggerendo una costante sincope segnica.
Il tracciato solo indicato, mai definitivo, subisce non lievi modificazioni della struttura dell’insieme segnico-visivo-fonetico, attraversando spazi casuali, aleatori, costituendo autonomia dei suoni-immagini.

‘È sempre dietro allo stesso vetro che le mie immagini si perdono nell’infinito’. Così Bove imposta il proprio argomento visivo-sonoro-verbale.

La durata temporale dell'indagine, attraverso il vetro, l’autore la definisce compendio, sintesi, di una morfogenesi sempre interrotta, lasciata allo stato latente, non per deficit argomentativo definitorio, ma per visione tragica del sé al cospetto del sé dell’universo che noi chiamiamo mondo”.

Questa esposizione è la terza di una rassegna dal titolo Territorio e impronta che prevede la presentazione, fino a novembre 2017, nella Sala delle “Mura greche” della BRAU Biblioteca di Area Umanistica - Università Federico II di Napoli, di quattro mostre di artisti appartenenti a generazioni diverse, i quali in vario modo utilizzano il mezzo della fotografia come dispositivo visuale.

L'idea di percorso espositivo proposta per il Complesso di S. Antoniello a Port'Alba è, attraverso l'arte visiva, parte integrante di un progetto più ampio dell’Area Arte Bellini, brand già annunciato a ottobre 2015, che connota l’aria del centro storico come distretto delle arti.

Negli intenti si vuole costruire un appuntamento annuale, facendo così della BRAU Biblioteca di Ricerca Area Umanistica un luogo di incontro culturale aperto all’arte nella sua accezione più ampia.

Questo, anche, per la costituzione di una collezione la quale si formerà nel tempo, attraverso donazioni di opere degli artisti invitati. L'obiettivo è aprire un dialogo trasversale, tra la migliore produzione nelle arti visuali e le discipline umanistiche.

Intessere così un intreccio di interlocuzione tra i giovani studiosi che frequentano la biblioteca e gli artisti invitati a presentare le proprie opere. Un dibattito continuo sul farsi dell'arte al di fuori delle dinamiche di mercato.

Questa primo percorso prevede quattro mostre di quattro artisti appartenenti a generazioni differenti, i quali utilizzano lo strumento della fotografia come pensiero fotografico.

Quindi fanno del fotografare sia momento di traccia del reale che impronta di un pensare. I lavori inediti sono di fatto pensati per il luogo, per dialogare con l'ambiente memoriale rappresentato dal luogo stesso.

Dopo “Mefite” di Salvatore Esposito (4 maggio - 1 giugno), Ugo Simeone con “Sigillo” (8 giugno - 7 luglio) e “EllE” di Andrea Bove (14 settembre - 13 ottobre), seguirà a novembre Marco Rossetti.

Il progetto Territorio e impronta è proposto da Antonello Scotti.

titolo: EllE
artista: Andrea Bove
durata: 14 settembre - 13 ottobre 2017
dove: BRAU-Biblioteca di Ricerca Area Umanistica, piazza Bellini 60 – Napoli
orario: l unedì - venerdì / ore 9.00-18.30
ingresso: libero
1/9/2017
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