Calcio
Torna alla ricerca
Vola Reina, le parate decisive
prima della ripresa travolgente
di Mimmo Carratelli (da: il Mattino del 22.11.2017)
Se Reina para.
Il gioco era tutto qui. Se Reina para, andiamo avanti. Portiere che para, Insigne, Zielinski e Mertens che segnano. È la felicità.

Sentiremo ancora quella musichetta che ci piace tanto che fa tatatà taratatà. La musica Champions.

Battuto a Kharkiv da Taison, 1,72, il matto del dribbling, nato, guarda un po’, a Pelotas nello Stato del Rio Grande do Sul, e dall’argentino Facundo Ferreyra della provincia di Buenos Aires con passaporto italiano, Pepe Reina cala la saracinesca al San Paolo. Imbattuto per la settima volta nelle coppe europee col Napoli.

Pepe protagonista nella serata della grande sofferenza e della gioia. Il cuore, l’anima, la pazienza della squadra e Reina che getta le basi per la vittoria con le parate sullo zero a zero.

Comincia col coprire l’angolo destro basso costringendo Taison a concludere a lato (10’). Oppone i guantoni al tiro di Marlos deviando in angolo (32’). Sicuro sulla conclusione di Facundo Ferreira (50’). Non si passa. Sullo 0-0, la sicurezza di Reina costruisce la vittoria.

È ancora attento sul tiro centrale di Marlos (60’) col Napoli avanti. Conclude la serata prendendosi l’ultimo pallone che Ismaily batte verso la porta azzurra (87’).

È una magnifica serata. Coraggio, guardiamo (verso di Vincenzo Cardarelli). Guardiamo con coraggio questa partita, azzurri più fuori che dentro la Champions, contro questa formazione ucraina col cuore del gioco brasiliano e a guida portoghese.

Una squadra pericolosissima, ha annunciato Sarri. Dobbiamo essere feroci. All’andata lo Shakhtar ci prese tutto: velocità, triangoli, fughe, scatti, partita e risultato.

Siamo obbligati a vincere per rimetterci in corsa nel girone di Champions. Pensieri in altalena: molliamo la Champions, non molliamo la Champions, diamo tutto in campionato, ma la Champions è soldi e prestigio, ranking Uefa e musichetta eccitante.

Dice Allan: “Non molliamo niente”. L’Europa League, nella quale retrocederemmo, sarebbe una jattura. Non molliamo la Champions. Non la molliamo.

Coraggio, guardiamo. Lo sguardo corre verso Pepe Reina. Solo tenendo la porta imbattuta, l’impresa è possibile e il recupero in classifica fattibile. Pepe Reina, proteggici tu.

Già manca Koulibaly, promontorio nero sul quale si infrangono le onde avversarie. Se Pepe Reina para, un golletto possiamo sempre farlo. Se Reina para. E di gol ne facciamo tre.

Insigne è in forma e fa un gol d’artista. Mertens, a secco da tre partite, si sceta. Callejon dovrà pure incocciare il pallone telecomandato da Lorenzo.

Hamsik, ah Hamsik e questo gol maradoniano che non vuole venire dovrà pur venire. Se Reina para.

Guardiamo il nostro portierone, carismatico e immenso. Ancora più grosso nel maglione verde ramarro, un ramarro che resta attaccato alla parete del match. Scarpette rosse da Bolscioi.

Imponente, essenziale, elegante. Se Reina para. Tutto qui. Che notte a Fuorigrotta contro questi brasiliani dello Shakhtar, “curti e niri”. Ce ne sono otto in “rosa”. Cinque sono in campo. Fanno i matti. Giocolieri nati.

Lo Shakhtar ha scelto lo stesso albergo del Manchester City, sortilegio mancato per vincere al San Paolo. E ora Paulo Fonseca, portoghese del Mozambico, che li guida e li ammaestra, non potrà vestirsi da Zorro come aveva annunciato se avesse vinto.

Se Reina para. All’andata ci presero pure il possesso-palla. Nel primo tempo (52%). Nella ripresa, no (47%). Se Reina para. Coraggio, giochiamo.

Pepe è pur sempre un portiere che ha giocato 162 volte in Europa. Col Barcellona. Col Villarreal. Col Liverpool. La Champions e l’Europa League con noi.

In Europa ha giocato più di Buffon (155) che ha quarant’anni. Pepe Reina è un veterano del continente. Tra i portieri, solo Iker Casillas ha giocato più partite europee (177) ed è il primo per presenze in Europa.

Pepe Reina è uno che ha parato dieci rigori: a Di Vaio quando l’attaccante littorio giocava nel Valencia, a Eto’o contro il Barcellona al Camp Nou, a Rooney, a Balotelli, all’olandese Jens Toornstra quando il Feyenoord s’è steso due mesi fa al San Paolo.

Se Reina para.
Col Napoli ventinovesima partita in Europa da quella prima volta contro il Borussia Dortmund abbattuto al San Paolo dalla punizione divina di Insigne.

Se Reina para.
Deve solo parare e poi ci affideremo al buon cuore del Manchester City che, la prossima volta, dovrà battere lo Shakhtar in Ucraina per lasciarci proseguire in Champions.

Ha parato. È stato grande. Se Reina para. Così è andata.


NAPOLI-SHAKHTAR 3-0 (0-0)

NAPOLI (4-3-3): Reina; Maggio, Albiol, Chiriches, Hysaj; Zielinski (86’ Mario Rui), Diawara, Hamsik (77’ Rog); Callejon, Mertens, Insigne (65’ Allan).

SHAKHTAR (4-2-3-1): Pyatov; Butko, Ordets, Rakitsky, Ismaily; Fred, Stepanenko (70’ Patrick); Marlos (71’ Dentinho), Taison, Bernard; Ferreyra.

ARBITRO: Skomina (Slovenia).

RETI: 56’ Insigne, 81’ Zielinski, 83’ Mertens.

CHAMPIONS LEAGUE
Napoli-Shakhtar 3-0
Manchester City-Feyenoord 1-0

CLASSIFICA
15 Manchester City (13-3 gol); 9 Shakhtar (7-8); 6 Napoli (10-9); 0 Feyenoord (3-13).

ULTIMO TURNO
Mercoledì 6 dicembre: Feyenoord-Napoli, Shakhtar-Manchester City.
22/11/2017
RICERCA ARTICOLI