Calcio
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San Kalidou sale in cielo al 90’
e cancella i ricordi del passato
di Mimmo Carratelli (da: il Mattino del 23.04.2018)
È stata un’attesa lunga, estenuante, ansiogena, giornali e tv grondanti di Juventus-Napoli, la madre di tutte le partite, la figlia di tutte le illusioni, la suocera di tutti i rovesci.

E, ualà, è la partita di Koulibaly che sale in cielo al 90’ e fionda la palla nella porta di Buffon. Alleluja. Riscossa azzurra e scossa al campionato. È la sera dei miracoli, attenzione c’è il Napoli che alla Juve assesta una lezione.

Inizio malaugurante. C’è questa lugubre anteprima all’Allianz nelle partite di sera. Si spengono le luci, lo stadio piomba nel buio, sugli spalti luccicano i telefonini. Sembra di stare al cimitero. Ed è questo lo stadio più antidemocratico del mondo.

Pochi posti per i tifosi ospiti, confinati in una specie di riserva indiana, 41mila seggiolini per trentamila abbonati bianconeri e altre robuste schiere juventine a dominare sugli spalti del Fort Allianz.

In tribuna c’è l’aristocrazia della fonduta, nelle curve gli appassionati del Barbera. La chioma bionda di Nedved da una parte, Rocco Dominello da un’altra. I Drughi e i Viking. Gli ambulanti di Porta Palazzo e i benestanti della Crocetta. Il concentrato del tifo bianconero. Le povere vittime di Calciopoli, i finalisti perdenti di Champions. La sovranità assoluta nel bene e nel male.

Lontani i tempi degli indimenticabili pomeriggi di sole al Comunale, settantamila posti, la metà e più occupata dai tifosi del Vesuvio e del Napoli di Vinicio, dagli innamorati di Diego, dagli antichi sostenitori di Jeppson, da chi vide Gatto Bugatti volare da palo a palo respingendo i tiri di Boniperti, Charles e Sivori, un pomeriggio di novembre sessant’anni fa, il portiere azzurro con 38 di febbre. Vecchie storie, ricordi, rabbie contenute, sogni e delusioni, vittorie poche, entusiasmo tanto.

Inospitale anche la collina di Vinovo dove la Juve si allena. Sabato alcuni napoletani, tifosi di cuore e fantasia, hanno portato dei ciucci di cartone davanti al santuario dei muscoli e degli schemi bianconeri. Epigoni sentimentali dell’antico folclore azzurro, Giosué Cuomo che suonava la tromba a Fuorigrotta, il Barbiere di Posillipo che portava un ciuccio vero allo stadio, Gennaro Metarangeli, ‘o ricciulillo ‘e Forcella, e Carmine D’Alpino, ‘o chiattone, che passeggiavano sulla pista del San Paolo. La security juventina ha immediatamente allontanato i ciucci temendo che fossero ciucci di Troia destinati a impadronirsi del quartiere di Allegri.

È ora. Entrano in campo le fatine e i principini azzurri. Gli juventini calmi non hanno la faccia di Mangiafuoco. Guardiamo in lontananza Qui, Quo, Qua, i nostri paperini dell’attacco. L’uomo di Ambra Angiolini dispone il suo incantesimo tattico col 4-2-3-1 (ambracadabra).

Allegri punge Sarri. Questo Napoli è quello di Benitez con Hamsik più indietro. Così dice Acciughina salata. L’ex Secco non replica.

La stiamo giocando. Non sono più gli anni in cui, a Torino, impallinavamo Tacconi con Ferrario, Giordano, Volpecina, Carnevale, Renica, Crippa e Careca gli faceva tre gol tutti in una volta. Ma siamo in partita. E abbiamo un gol in tasca.

L’Allianz è la Tortuga juventina. Il pisano Giorgio Chiellini, 34 anni, è l’ultimo pirata, l’erede di Luisito Monti e Sergio Brio, difensori che erano autentici bastioni. Ma Chiello ha un fastidio a un ginocchio e toglie il disturbo.

Primo tempo da valzer delle candele. La Juve non si spreca, non spinge, difende, non attacca (zero tiri). Il Napoli attacca con saggezza (60% possesso). Douglas Costa lascia il motorino a casa ed è Mario Rui che spinge sulla fascia e per poco non inganna Buffon con un tiro-cross.

Asamoah frana su Callejon. In tre atterrano Insigne: Lichtensteiner, Benatia, Douglas Costa. Poco Dybala, molto Allan. Higuain e Mertens restano dietro le quinte. Koulibaly spazza. Albiol anticipa Higuain. C’è una buona regia di Hamsik. Zero a zero. Ah, come respiro!

Dybala non rientra dopo l’intervallo. Bocciato. Juve al Cuadrado. Vuole rompere gli indugi e le scatole. Pallaccia di Higuain. Sale il ritmo. Cuadrado a destra, Douglas Costa a sinistra. Jorginho-Hamsik, un urlo, fuori! Koulibaly mura Cuadrado. Ora è battaglia. Il cuore batte. Callejon alle stelle sul lancio di Hamsik, uaahhh.

Però mai fidarsi della Juve, questa Juve in vestaglia, un po’ discinta, ma ha l’occhio obliquo, insidioso. Scatta l’ora di gioco. Milik per Mertens. Avanti il corazziere polacco. Dentro anche Zielinski per Hamsik. Sarri pretende strappi decisivi. Strappi e cross.

Senza motorino, da pedone, Douglas Costa non serve. Dentro Mandzukic e il suo metro e novanta. Ahi. C’è anche Rog per Allan. Ultimi dieci minuti. Stanchezza e resistenza. La Juve neanche un tiro in porta. Manata in corner di Buffon sul tiro di Insigne. E, sul corner di Callejon, Koulibaly schiaccia in gol.

Trionfo. La Juve a un punto!


JUVENTUS-NAPOLI 0-1 (0-0)
NAPOLI (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Mario Rui; Allan (80’ Rog), Jorginho, Hamsik (66’ Zielinski); Callejon, Mertens (60’ Milik), Insigne.

JUVENTUS (4-2-3-1): Buffon; Howede, Benatia, Chiellini (11’ Lichtensteiner), Asamoah; Khedira, Pjanic; Douglas Costa (71’ Mandzukic), Dybala (46’ Cuadrado), Matuidi; Higuain.

ARBITRO: Rocchi (Firenze).

RETI: 90’ Koulibaly.

SERIE A – 34ª GIORNATA
Spal-Roma 0-3, Sassuolo-Fiorentina 1-0, Milan-Benevento 0-1, Cagliari Bologna 0-0, Atalanta-Torino 2-1, Chievo-Inter 1-2, Lazio-Sampdoria 4-0, Udinese-Crotone 1-2, Juventus-Napoli 0-1, Genoa -Verona 3-0.

CLASSIFICA
Juventus 85; Napoli 84; Roma e Lazio 67; Inter 66; Atalanta 55; Milan 54; Fiorentina e Sampdoria 51; Torino 47; Genoa 41; Bologna 39; Sassuolo 37; Udinese e Cagliari 33; Chievo e Crotone 31; Spal 29; Verona 25; Benevento 17.

PROSSIMO TURNO
Sabato 28: Roma-Chievo, Inter-Juventus
Domenica 29: Crotone-Sassuolo, Verona-Spal, Benevento-Udinese, Bologna-Milan, Atalanta-Genoa, Sampdoria-Cagliari, Fiorentina-Napoli (ore 18), Torino-Lazio.
23/4/2018
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