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Il soldato Ryan è salvo, salvate il capitano Insigne
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 13.06.2019)
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James Rodriguez, Rodriguez James, James Bond, Rodriguez bang, ‘o bello a papà, a papà Carlo, ma Lorenzo Insigne, vogliamo parlare di Lorenzo Insigne? È tornato ‘o scugnizzo. Gol e assist in nazionale. La voglia e il piacere di giocare. La rivincita gioiosa uscendo dal cono d’ombra del campionato.
Dov’era finito Lorenzo Insigne? Era finito nell’esilio del quarto a sinistra del 4-4-2. Era finito seconda punta, terza punta, trequartista fuori pista, era finito di qua e di là, sottratto alla mattonella mancina del suo incantesimo. Era finito nell’imbuto della delusione e del disamore. Era finito nelle 15 partite non finite, sostituito da Verdi, da Mertens, da Zielinski, da Ounas e da Younes, e nelle cinque dalla panchina al campo. Era finito sulla possibile agenda delle cessioni. Da maggior talento a campione sopportato. Cancellato dal progetto Napoli.
Ha ritrovato verve, gol, gioco e assist nel 4-3-3 di Mancini che è come il 4-3-3 di Zeman e il 4-3-3 di Sarri. Il suo “ambiente” naturale. E con quei compagni vicini, Jorginho e Verratti, ben conosciuti, con i quali l’intesa, lo scambio stretto, i movimenti sono immediati.
Non è la stessa cosa nel Napoli. Sulla fascia mancina Zielinski e Fabian Ruiz portano palla, puntano l’area, tardano nel passaggio, non c’è il tic-tac, il dai e vai. Perché la bellezza erano Callejon-Mertens-Insigne. Ma la bellezza è stata smontata per cercare il nuovo, il futuro, il cambio di gioco.
Certo, Lorenzo ha il suo carattere bambino, le ombrosità, i bronci, le ribellioni trattenute o palesi, gli scoramenti. Ma si è anche ritenuto marginale nel nuovo Napoli. Ha bisogno di coccole e prende i fischi. È stato salvato il soldato Ryan, salviamo il capitano Insigne.
Il problema del Napoli è a centrocampo. Un solo giocatore di ruolo, Allan l’incontrista. Zielisnki e Fabian Ruiz adattati, mezzali offensive difettano nella fase passiva e non hanno nel dna la costruzione del gioco. Callejon è un altro esiliato, da equilibratore e ala pronta al gol (e al cambio-gioco di Insigne) a vedetta arretrata. Nel Napoli non c’è più il gioco per Insigne.
Se arriva James Rodriguez (vola Colombia!), lo “spazio” per Lorenzo si restringe, si annulla, svanisce. Arriva un nuovo giocoliere con le etichette di lusso, Real Madrid e Bayern. Arriva un beniamino di re Carlo. Comincia un’altra storia, finisce quella di Lorenzo col Napoli?
Dal 4-4-2 di Ancelotti a Parma fuggì Gianfranco Zola. Si profila un’altra fuga? Vogliamo ricordare le torture tattiche imposte a Baggio e le antiche polemiche su Rivera? La tattica, il modulo. Così si uccidono anche i cavalli di razza.
Ronaldo chiede inutilmente palla alla Juve, scatta e viene ignorato, piegato alle esigenze tattiche, da protagonista a comparsa di lusso. Poi scopriamo i ragazzi dell’Ajax e, oh meraviglia, come sono bravi, che talenti, che padronanza tecnica!
Evitiamo equivoci e imbarazzi. Il Napoli che cosa pensa di fare con Insigne? Forse, aveva avuto la sensazione di un declino, di un appannamento fatale, di una discesa dal trono dei giocatori di qualità. Ma le esibizioni di Lorenzo in nazionale hanno ribaltato le sensazioni. Lorenzo c’è. È il talento che non muore.
Qual è il pensiero di Ancelotti dopo l’anno di transizione, ora che dovrà costruire il suo Napoli? Qual è il suo pensiero su Insigne?
Restiamo in attesa di sapere. Intanto è in arrivo James Rodriguez, la nuova perla di Labuan. Fantastico, certamente. Ma quale sarà il nuovo “volto” del Napoli? Il giocoliere c’è già, servono rinforzi solidi e di esperienza e un centrocampo da rifondare.