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Recensioni
“Il Ladro di Nebbia”, un libro di Lavinia Petti
di Giovanna D’Arbitrio
Lavinia Petti, nata a Napoli nel 1988, è l’autrice del libro “Il Ladro di Nebbia” (Ed. Longanesi), il suo primo romanzo.

Laureata in Studi Islamici all’Istituto Orientale di Napoli, ha vinto vari concorsi letterari (Premio Tabula Fati, Premio Robot, Premio Book’s Bar, Scrittura Giovane).
Ha scritto con Massimo Izzi il saggio “Fate. Da Morgana alle Winx”.

Nella presentazione della casa editrice leggiamo quanto segue: “Antonio M. Fonte è uno scrittore di enorme successo, ma per lui fama e ricchezza non hanno alcun significato. Stralunato e sociopatico, vive in una vecchia casa dei Quartieri Spagnoli di Napoli con la gatta Calliope, e se non ci fosse il suo agente letterario a ricordargli scadenze e doveri sarebbe incapace di distinguere ciò che è reale da ciò che forse non lo è.
Ma un giorno, in mezzo alle migliaia di lettere dei suoi ammiratori, Antonio ne riceve una che non può ignorare.
Datata quindici anni prima, è indirizzata a una donna che Antonio non crede di avere mai conosciuto. Solo il nome del mittente gli è familiare, perché è il suo. Quella lettera l'ha scritta lui, senza alcun dubbio.
Quelle parole accennano a un ricordo smarrito e a un uomo che è stato ucciso, forse da lui stesso.
Ma Antonio di tutto questo non ricorda nulla. Il giorno del suo cinquantesimo compleanno, si perde nei vicoli di Napoli e in un palazzo mai visto prima incontra uno strano personaggio che ha la mania di raccogliere tutto ciò che gli uomini perdono: nel suo Ufficio Oggetti Smarriti non si trovano solo mazzi di chiavi, libri o calzini spaiati, ma anche ricordi di giochi infantili, amori giovanili, speranze e sogni dimenticati.
Antonio intuisce che è da lì che deve partire per ritrovare il filo del suo passato e risolvere l'enigma della lettera.
Ma quell'enigma nasconde arcani ancora più insondabili: il segreto di una città che cambia forma e aspetto, l'avventura di un viaggio imprevedibile...”.


Indubbiamente il romanzo evidenzia una potenza immaginativa che ad alcuni critici ha ricordato Carlos Ruiz Zafón, Alessandro Baricco, Lewis Caroll e perfino Dante. Lo stile è senz’altro quello del genere fantasy che a tratti si trasforma in horror thriller.

Sempre in bilico tra sogni e realtà, ora s’immerge in riflessioni filosofiche sulla vita, ora vela temi significativi con simboli e metafore nel descrivere i fantastici paesi di Tirnaìl, la terra in cui vanno a finire sogni, fatti, oggetti, animali e persone dimenticati.

Pur ammirando la bravura della scrittrice, leggendolo mi è sembra talvolta di essere sprofondata in un allucinante incubo.

Comunque ci sono tanti lettori che amano questo genere di libri e “il Ladro di Nebbia” è senz’altro un’opera interessante.
28/6/2016
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