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Calcio
Zielinski, il perfetto tuttofare
va all'assalto del posto fisso
di Mimmo Carratelli (da: il Mattino del 23.02.2018)
Lipsia, per noi dell'altro secolo e della vittoriosa galoppata Uefa con Diego, è uno stadio che non c'è più ed era tra i più grandi d'Europa, lo Zentralstadion di centomila posti, tana gigantesca del Lokomotive Lipsia dove lo squadrone dei ferrovieri dell'Est venne ammansito da un colpo di testa di Francini sul cross di Careca.

Erano i sedicesimi della Coppa Uefa ed era l'ottobre 1988, un anno prima della caduta del muro di Berlino. Nella città dove Johann Sebastian Bach assaporò l'ultima fumata della sua celebre pipa prima di morire, nacque il Napoli europeo di Maradona.

Trent'anni dopo è un'altra storia. Il Lokomotive langue nella quarta divisione tedesca. La squadra nuova della città è il Lipsia sorto nel 2003 e si gioca nella Red Bull Arena, 44mila posti sotto la generosa sponsorizzazione della nota bevanda energetica di Salisburgo.

Due tori rossi si fronteggiano nello stemma del Lipsia. Ma in campo i tori di Ralph Hasenhutti, allenatore sproporzionato di un metro e 90, austriaco come lo sponsor, non caricano.

In campo, stavolta, c'è un Napoli che, rafforzato da alcuni titolarissimi rispetto al disastro dell'andata, fa la partita e punta all'impresa. Rovesciare l'1-3 di Napoli.

È Zielinski, dopo mezz'ora di gioco governato dagli azzurri, a spingere in rete il pallone del sorpasso sognato, anche se poi il raddoppio di Insigne non basterà per la qualificazione.

Zielinski gioca sulla destra (Callejon in panchina). Sembra spaesato. Ma Sarri ha detto: "Zielinski può giocare nel ruolo che vuole lui". E Zielinski il ruolo se lo prende. In difficoltà sulla fascia, dove deve frenare gli spunti di Bruma, si accentra spesso, sino a conquistare il campo che vuole, prima sulla destra, poi a sinistra con l'uscita di Hamsik.

Gioca il polacco con un fastidio all'inguine, stringe i denti e rimane in partita sino alla fine. Ambidestro, ma preferibilmente destro, ha nei piedi la stoccata asciutta e radente per battere i portieri. Un killer dal limite, ma non sempre cerca la "mattonella" per mirare la porta.

Dice Sarri: "Dal punto di vista tecnico è fenomenale, ma ancora non riesce a trasformare in gol le sue potenzialità". Potrebbe diventare come De Bruyne, ha aggiunto il tecnico.

Mezz'ala offensiva più che centrocampista completo, fiutato per la prima volta da Rudi Voeller che voleva portarlo al Bayer Leverkusen tredici anni fa dopo che esordì a undici anni nelle giovanili dello Zaglebie di Lubin, scovato e poi lanciato da Smuda, uno degli assi del calcio polacco.

Preso per 100mila euro dall'Udinese quando aveva 16 anni, adocchiato da Andrea Carnevale a Tolone dove Piotr giocò un torneo giovanile con la Under 16 polacca. In prestito per due campionati all'Empoli allenato da Sarri, l'Udinese lo riprende trasferendolo al Napoli per 15 milioni, più l'irrisorio prestito di Zuniga.

In questi due anni azzurri sempre pronto sui blocchi di partenza in panchina per sostituire Hamsik. Dalla panchina con furore entrando in campo 24 volte per Hamsik, 22 volte per Allan, sei per Rog, tre per Insigne, una volta per Mertens, Callejon e Milik.

Non è il sostituto naturale di Hamsik, che ha superiore visione di gioco, ma entra per lo slovacco quando Marek cala di rendimento. Prende il posto di Allan quando Sarri chiede una maggiore spinta offensiva. È uno dei "gioielli" del Napoli giovane, un giocatore di sicura prospettiva.

È possibile che "esploda" quando sarà titolare a tutti gli effetti e non dovrà stare più sull'altalena delle sostituzioni. Il suo idolo da bambino è stato Zinedine Zidane. A lui vorrebbe somigliare da calciatore. Di Zidane vorrebbe copiare la celebre "veronica".

Ma Sarri insegna calcio semplice, gioco di squadra, sacrificio, rientri. Zielinski deve "farsi le ossa" per diventare un giocatore completo e il fuoriclasse sul quale Sarri scommette.

È nato a Zabkowice Slaskie, nella Bassa Slesia, una piccola città adagiata su una collina e con una torre pendente, come quella di Pisa, però meno celebre e meno artistica, una rozza torre che i polacchi chiamano Krzywa Wieza, torre storta, alta 34 metri.

La curiosità è che Zabkowice Slaskie si chiama così dal 1945. Prima si chiamava Frankestein, con una storia oscura di otto becchini, magia nera, profanazioni di tombe e roba del genere.

Zielinski è nato quasi mezzo secolo dopo da che Frankestein è diventata Zabkowice Slaskie. Non ha niente a che fare con Frankestein. È un biondino dalla faccia decisa, tutto qui.


LIPSIA-NAPOLI 0-2 (0-1)

NAPOLI (4-3-3): Reina; Maggio, Albiol, Tonelli, Mario Rui (68' Hysaj); Allan, Diawara (82' Jorginho), Hamsik (65' Callejon); Zielinski, Mertens, Insigne.

LIPSIA (4-4-2): Gulacsi; Laimer, Konate, Upamecano, Bernardo; Sabitzer, Demme, Kampl, Bruma (74' Forsberg); Poulsen (90' Ilsanker), Werner (85' Augustin).

ARBITRO: Taylor (Inghilterra)

RETI: 32' Zielinski, 86' Insigne.

EUROPA LEAGUE
Sedicesimi, ritorno

Lipsia-Napoli 0-2 (3-1 andata)
Atalanta-Borussia Dortmund 1-1 (2-3)
Milan-Ludogorec 1-0 (3-0)
Lazio-Steaua Bucarest 5-1 (0-1)

Qualificate agli ottavi
Lipsia, Lazio, Milan, Borussia Dortmund, Cska Mosca, Lione, Zenit San Pietroburgo, Viktoria Plzen, Lokomotiv Mosca, Dinamo Kiev, Atletico Madrid, Sporting Lisbona, Arsenal, Salisburgo, Athletic Bilbao, Marsiglia.
23/2/2018
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