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Recensioni
Popovic, breve vita fra pallanuoto e guerre
di Adriano Cisternino
Dusan Popovic è stato un campione di pallanuoto. Ha vinto i titoli europeo e mondiale con i colori della Jugoslavia giusto prima che questa si sbriciolasse al termine di un'assurda quanto feroce guerra civile che ha fatto decine di migliaia di morti e distrutto intere città.

Ha girato mezza Europa lasciando tracce esaltanti e significative del suo straripante talento sportivo soprattutto a Napoli (Posillipo) e Firenze. Un gigante di centonovantacinque centimetri in piscina, centroboa incontenibile, ma timido e fragile fuori dall'acqua.

Una fragilità che è sfociata in un morbo insanabile, una terribile depressione che affiorava periodicamente fino a portarlo all'autodistruzione e alla morte in circostanze misteriose ad appena 41 anni.

Franco Esposito, giornalista e scrittore versatile e attento a tante discipline sportive, ha ricostruito la storia esaltante e tragica di questo straordinario atleta in un libro in uscita per Absolutely Free.

Palombelle tra amore e guerra” (pagg.257, euro 18) è soprattutto un atto d'amore verso uno degli sport che lo ha appassionato di più e verso un campione enorme quanto fragile, al quale è stato vicino, nei trionfi e nei momenti di difficoltà, quasi come un fratello maggiore, percependone in pieno la delicata sensibilità psicologica che ogni tanto lo portava in un tunnel dal quale era problematica ed imprevedibile l'uscita.

Fatti, date, personaggi, testimonianze, aneddoti, cronache dei trionfi e dei momenti bui e di quanto succede intorno al protagonista. Un racconto a ritmi incalzanti della Napoli degli scudetti del Posillipo rievocando gli eventi sportivi inquadrati nell'intero panorama socio-politico in cui si svolgono.

Nato a Belgrado dove è cresciuto sportivamente, trasferitosi a Parigi anticipando lo scoppio della guerra, Dusan trova sulle rive della Senna il primo grande amore. Ma la pallanuoto francese sta stretta al suo talento, come anche quella di Torino dove rimane un anno prima di sbarcare a Napoli, sponda Posillipo, il posto giusto per esprimere e valorizzare appieno le sue qualità.

Scudetti e Coppa Campioni con una squadra stellare, quella dei Fiorillo, dei fratelli Porzio, Silipo e Gandolfi guidata dalla sapiente mano di Paolo De Crescenzo.

Ma il pensiero della guerra che sta distruggendo il suo paese dove ci sono ancora i suoi genitori non lo abbandona. E lo tormenta. Uno strano incidente stradale sembra averlo messo definitivamente “out” dalla pallanuoto.

Strane e tortuose anche le vie del cuore: l'amore per una ragazza napoletana lo porta a Firenze dove Gianni Lonzi, un monumento della pallanuoto azzurra, lo riporta in piscina, prima da giocatore, poi da allenatore.

Anche sull'Arno i suoi gol lasciano il segno, bravo anche nell'insegnare pallanuoto ai giovani. Poi il buio di nuovo, la sparizione. Fino alla terribile notizia proveniente dall'Ungheria il 18 novembre 2011: trovato morto in macchina.

Un altro incidente? Suicidio? Droga? Una vendetta a distanza di nemici della guerra? Chissà. Resta un tragedia che mette bruscamente il punto ad una incredibile, breve vita attraversata di corsa, su e giù, come sulle montagne russe.

7/11/2018
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