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Cronaca
Addio Pretura
Giustizia in crisi – Seconda puntata
di Fabrizio Cattaneo
Pretura
Il Pretore già esistente come organo giudiziario monocratico, nel regno di Sardegna, viene poi, dopo l’unità d’Italia, stabilmente esteso a tutto il territorio italiano. Alle Preture veniva affidata l’amministrazione della giustizia sia civile che penale.
Le preture mandamentali erano presenti in quasi tutti i centri urbani di un certo rilievo e non sempre la sua sede corrispondeva a quella del Tribunale. A Caserta per esempio vi era la Pretura e non il Tribunale. Vi erano storiche Preture a Portici e Barra ed erano sedi di Pretura Sant’agata dei Goti, Ischia e Capri.

Nei piccoli centri il Pretore era una figura familiare come il sindaco ed il farmacista, ed insieme alla tenenza dei Carabinieri la Pretura era l’orgoglio dei piccoli centri di provincia.

La legge 8 giugno 1890, n. 6878 (Zanardelli) stabiliva che all'ufficio di Pretore si accedeva attraverso la normale carriera di giudice e che la carica di pretore dovesse rappresentare un passaggio obbligatorio per tutti i magistrati e costituire presupposto per ascendere alle funzioni giudiziarie superiori. Questa felice intuizione fece sì che i Pretori, presenti su tutto il territorio Italiano, di volta in volta come categoria più giovane apportassero alla giurisprudenza una ventata di modernità, di contrappeso al consueto conformismo della Corte di Cassazione che, composta da giudici anziani alla fine della carriera, era piuttosto portata ad una giurisprudenza monoliticamente immobile. Il pretore negli ultimi anni in materia civile, era competente per le cause di valore fino a £ 5.000.000,ed a prescindere dal valore monetario, giudicava in merito ad azioni possessorie, locazione: sfratto per finita locazione o morosità Il Pretore aveva inoltre competenza in merito ai rapporti di lavoro subordinato.

In tale campo ha esercitato dal 1973 in poi una clamorosa azione innovatrice della giurisprudenza Nel 1998 il decreto legislativo n. 51/1998, introduce nel nostro ordinamento la riforma del giudice unico di primo grado e le storiche Preture sono andate in “archivio” e molti avvocati hanno nostalgia del buon caro Pretore. Questa riforma ha distribuito il carico delle Pretura fra il Giudice unico del Tribunale ed il Giudice di Pace. Senza entrare in dettagli tecnici,si può osservare che tale passaggio ha fatto perdere alla Giustizia quella carica innovativa dei giovani Pretori che per molto tempo hanno costituito ( per esempio negli anni 1970/80) una vera spinta propulsiva per il diritto. Oggi i giudici di pace vengono selezionati per titoli ed in pratica nella maggior parte dei casi sono ex funzionari dello stato in pensione, avvocati che hanno smesso, per motivi vari di fare gli avvocati, non sempre giovanissimi, ed altri laureati in giurisprudenza che non hanno mai svolto la professione di avvocato.

I giudici di Pace hanno un compenso variabile in base al lavoro svolto. Il loro lavoro è duro ed estenuante, sono letteralmente sommersi dalle carte e privi di mezzi. A Napoli i Giudici di Pace operano in una struttura, l’ex Caserma Garibaldi, che gode della assoluta difformità ed inesistenza delle più elementari norme sulla sicurezza nonché della assoluta impunità da parte di ogni organo di vigilanza. Ed a proposito di inadeguatezza, insicurezza e difformità da tutte le leggi in materia di sicurezza degli edifici, prevenzione antincendio, tutela della privacy etc etc. va segnalato il caso della gloriosa e storica Pretura di piazza San Francesco. Il fabbricato già carcere Borbonico (vi fu tra l’altri imprigionata la Pimentel Fonseca) attualmente ospita nei primi tre piani gli uffici del Giudice Unico del Tribunale di Napoli, sezione specializzata in materia di locazioni, e gli altri due piani sono pericolanti. Proprio per la gravità della situazione statica della Pretura, il ministero di Grazia e Giustizia ed i magistrati in particolare spingono per accelerare il trasferimento nella Torre A del centro Direzionale. E’ di queste ore la notizia della sentenza del TAR, che dando ragione al Ministero apre le porte alla “transumanza” degli uffici e degli addetti al settore, e che si tratti di transumanza è poco ma sicuro perché questo trasferimento tratta gli avvocati come pecore, ancora una volta sudditi obbedienti di fronte alla ragione di stato.
28/4/2006
  
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